Che cosa significa referendum?

Che cosa significa referendum e il significato di questa parola

Nel panorama politico e giuridico italiano, il termine referendum rappresenta uno degli strumenti più emblematici della democrazia diretta, attraverso il quale i cittadini possono esprimere direttamente la propria volontà su questioni legislative o costituzionali. Questo meccanismo consente al popolo di partecipare attivamente al processo decisionale, affiancando e, in alcuni casi, integrando l’operato dei rappresentanti eletti. Ma che cosa significa la parola referendum? Per comprenderlo, di seguito indichiamo innanzitutto quale sia il significato letterale del termine, poi proseguendo con una più approfondita valutazione dello strumento e del suo funzionamento.

Il significato letterale di “referendum”

Prima di procedere con che cosa significa referendum nell’ambito della cultura normativa e giudiziaria italiana, tentiamo di comprendere innanzitutto quale sia il significato letterale di referendum e quale il suo senso. La parola referendum deriva dal latino referendum, gerundivo del verbo referre, che significa “riferire”. In origine, l’espressione ad referendum indicava la necessità di “riferire” una decisione a un’autorità superiore per ottenere approvazione. Nel contesto moderno, il termine ha assunto il significato di una consultazione popolare, in cui gli elettori sono chiamati a esprimere un parere diretto su una determinata questione, senza l’intermediazione dei rappresentanti politici.

Che cosa significa “referendum” in Italia

Il significato letterale di referendum permette di comprendere quale sia il senso dello strumento, soprattutto nelle sue origini, ma al contempo per comprendere che cosa significa referendum bisogna anche aggiungere altro. Attualmente, il referendum è uno strumento che permette ai cittadini di esprimersi su specifiche proposte legislative o costituzionali. In Italia, la Costituzione prevede diverse tipologie di referendum, ciascuna con caratteristiche e procedure specifiche; tra le principali forme di referendum previste dall’ordinamento italiano vi sono

  • Referendum abrogativo: previsto dall’articolo 75 della Costituzione, consente di abrogare, in tutto o in parte, una legge o un atto avente valore di legge. Perché sia valido, è necessario che partecipi alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto e che la proposta ottenga la maggioranza dei voti validamente espressi.
  • Referendum costituzionale: disciplinato dall’articolo 138 della Costituzione, riguarda le leggi di revisione costituzionale o le leggi costituzionali. Può essere richiesto se, nella seconda votazione parlamentare, la legge non è stata approvata con la maggioranza qualificata dei due terzi dei membri di ciascuna Camera. In questo caso, non è previsto un quorum di partecipazione per la validità del referendum.
  • Referendum consultivo: utilizzato per consultare il parere dei cittadini su determinate questioni, senza che il risultato abbia un effetto vincolante. È spesso impiegato a livello regionale o locale per questioni specifiche del territorio.
  • Referendum propositivo: sebbene non previsto a livello nazionale, alcune regioni italiane hanno introdotto nei loro statuti la possibilità di indire referendum propositivi, attraverso i quali i cittadini possono avanzare proposte legislative.

È importante sottolineare che non tutte le materie possono essere oggetto di referendum. Ad esempio, le leggi tributarie e di bilancio, le leggi di amnistia e indulto, e le leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali sono escluse dalla possibilità di essere sottoposte a referendum abrogativo. Ad oggi, il referendum rappresenta un fondamentale strumento di partecipazione democratica, attraverso il quale i cittadini possono influenzare direttamente il processo legislativo e le decisioni politiche del paese. La sua corretta comprensione e utilizzo sono essenziali per garantire una democrazia partecipativa e responsabile.

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