Quando si sfogliano le prime pagine di un libro, una rivista accademica o una raccolta di saggi, capita spesso di imbattersi nella sigla “AA. VV.”, un’abbreviazione curiosa che, a prima vista, può risultare criptica, soprattutto per chi non è familiare con il linguaggio editoriale o accademico. A differenza del nome di un singolo autore, questa sigla non corrisponde a una persona precisa, ma a qualcosa di più collettivo. Allora che cosa significa AA. VV., perché viene utilizzata così frequentemente nelle pubblicazioni e qual è il suo significato letterale e funzionale?
Che cosa significa AA. VV.?
La sigla “AA. VV.” è l’abbreviazione di “Autori Vari”, e viene usata per indicare che l’opera a cui si fa riferimento è stata scritta da più persone, spesso senza specificare chi sia l’autore principale o dominante.
Il significato letterale di AA. VV.
Dal punto di vista etimologico, “AA. VV.” è la forma abbreviata del plurale latino “Auctores Varii”, ovvero “autori diversi”. In italiano si traduce semplicemente con “Autori Vari”, ed è usata principalmente in ambito editoriale, bibliografico o accademico per segnalare che un testo è stato realizzato da più contributori, i cui nomi, pur presenti nel volume, non vengono elencati nel frontespizio o nella citazione sintetica. È una soluzione pratica, utile quando l’opera raccoglie molti interventi di pari importanza.
Quando si usa AA. VV. nelle pubblicazioni
La sigla viene utilizzata in diverse tipologie di opere, ma in particolare nelle antologie, nei saggi collettivi, nei cataloghi e nelle riviste. Ad esempio, una raccolta di scritti su un tema filosofico o letterario, curata da un editor ma scritta da più specialisti, riporterà spesso “AA. VV.” al posto del nome dell’autore. Allo stesso modo, in una bibliografia o in una nota a piè di pagina, si preferisce usare “AA. VV.” per evitare di elencare una lunga lista di nomi, soprattutto quando nessuno spicca come autore principale.
Perché è utile sapere che cosa significa AA. VV.
Capire che cosa significa AA. VV. è utile non solo per interpretare correttamente una citazione o una voce bibliografica, ma anche per comprendere la natura collettiva di un testo. Indica infatti che l’opera non riflette una singola prospettiva, ma un insieme di punti di vista, contribuendo alla sua autorevolezza o ricchezza di contenuti. Questa forma di attribuzione è molto comune nel mondo accademico e scolastico, ed è spesso usata anche nei manuali e nei testi universitari.
Altri usi e varianti della sigla
Sebbene “AA. VV.” sia la forma standard, in alcuni contesti internazionali si possono trovare equivalenti in altre lingue, come “Various Authors” in inglese o “Divers auteurs” in francese, ma la logica rimane invariata. Inoltre, la sigla può comparire anche nei cataloghi di mostre d’arte, nelle pubblicazioni scientifiche collettive o nei progetti editoriali con più collaboratori, laddove l’enfasi sia posta sul contenuto piuttosto che sull’autorialità individuale.

